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La Milano di Naoto Fukasawa

Sono stato a Milano per la prima volta a 26 anni. Avevo già visitato parecchie città del mondo, come Londra e New York, ma quando sono arrivato a Milano...

La Milano di Naoto Fukasawa

Quando e come è cominciato il tuo rapporto con Milano?
Sono stato a Milano per la prima volta a 26 anni. Avevo già visitato parecchie città del mondo, come Londra e New York, ma quando sono arrivato a Milano ho sentito che questa città era diversa. La sensazione che provavo era che si vivesse un design di alta qualità invece che commerciale, cosa che talvolta ho avvertito in altre città.

Le persone a Milano sono sensibili alle necessità della Vita in modo onesto: cosa mangiano, come si vestono e come vivono. Questi sono aspetti fondamentali e, in particolare, cibo, vestiti e lifestyle sono vissuti in maniera sofisticata. Questo non si limita a un ristretto gruppo di persone, come accade in altri posti nel mondo, ma al contrario l’intera città, sia che si tratti di persone giovani che di anziani, ha una grande sensibilità per la qualità della loro vita quotidiana.

Questo aspetto culturale di Milano mi ha colpito profondamente quando ero un giovane designer. A tutti quelli che non abitano a Milano questo approccio alla vita risulta molto particolare. C’è qualcosa di magico in tutto ciò, uno stile di vita da ricercare ed emulare che per i milanesi è semplicemente il modo di vivere la propria esistenza. Questa attitudine per tutti gli altri è sorprendente. Via della Spiga è una delle aree che mi fa impazzire: ha un affascinante atteggiamento milanese.

Una o più architetture o monumenti del passato che ami?
Il mio studio a Milano è lungo via Antonio Canova in zona Sempione. È in una posizione veramente fantastica per il contesto urbano, che comprende anche la vista dell’Arco della Pace.
Quando sono a Milano ogni mattina mi concedo una corsa al Parco Sempione [La Città dei Monumenti], a pochi passi dal mio ufficio. C’è una bellissima atmosfera nel parco che mi aiuta a iniziare la giornata in maniera ideale.

Un’attività che spesso fai quando vieni a Milano?
Passo spesso del tempo rilassandomi nel giardino dell’Hotel Bulgari. L’edificio e il giardino che lo circonda creano un ambiente veramente speciale che trovo molto piacevole.

Un negozio dove acquisti oggetti che trovi solo a Milano?
Devo dire che quando vengo a Milano sono sempre alla ricerca di ottime scarpe o di una nuova borsa e questa città conferma la sua reputazione quando si tratta di prodotti in pelle e moda.

Un locale, un bar o un ristorante che apprezzi in città?
Mangiare o bere a Milano non è mai un gran problema visto che ci sono moltissimi ristoranti e bar. Nonostante ciò, un posto dove mi piace in particolare andare è il ristorante “Torre di Pisa”.
Oltre al cibo, è un posto dove si incontrano un sacco di persone. Ogni volta che vado li a mangiare un boccone incontro sempre qualcuno che conosco, è uno dei cortili preferiti dai designer.

Una o più tra le architetture recenti che hanno trasformato il volto della città?
L’ultima volta che ho visitato Milano sono andato al nuovo edificio progettato da Herzog & de Meuron per la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli [La città che cresce]. Hanno costruito un’enorme struttura nel cuore di Milano per ospitare un polo di ricerca e degli uffici. In realtà è un caso abbastanza isolato perché normalmente il centro di Milano è caratterizzato da edifici per lo più storici e antichi. Nonostante questo si è deciso di mettere questa nuova costruzione esattamente nel centro della città circondato da vecchi edifici. Come scelta mi ha molto colpito. È stata una sfida creare un nuovo scenario architettonico in un’area storica e così caratterizzata dove è praticamente impossibile cambiare qualcosa.

Cosa manca oggi a Milano?
Non è semplice dire cosa manca a Milano. Forse è più facile dire cosa Milano dovrebbe preservare. La mia opinione è che questa città dovrebbe provare a mantenere i propri negozietti tradizionali che mi piacciono molto fin da quando, in gioventù, ho visitato le vie dello shopping nei dintorni di Piazza del Duomo e Piazza San Babila.

Ci sono così tante catene di negozi in quella zona e mi sembra che contrastino con il senso dei negozi tradizionali di Milano. È quasi come se quelle marche interferissero con gli standard di alta qualità della città.