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La Milano di Bijoy Jain

A Milano ho una carissima amica e la sua ospitalità, il suo modo di accogliermi, ha fatto della città la mia seconda casa. Ci sono, però, altri motivi per i quali vengo a Milano.

La Milano di Bijoy Jain

Quando e come è cominciato il tuo rapporto con Milano?
A Milano ho un carissimo amico e la sua ospitalità, il suo modo di accogliermi, ha fatto della città la mia seconda casa. Ci sono, però, altri motivi per i quali vengo a Milano. Ho cominciato a visitarla più spesso qualche tempo dopo la Biennale di Venezia del 2010. Prima ci venivo, ma non tanto come oggi. È stato più o meno in quel periodo – un paio d’anni dopo, nel 2012 – che ho allestito una piccola mostra di oggetti nello showroom di Paola C. in Via Solferino e da allora vengo in città con regolarità. Quest’anno, fino a maggio (ndr. 2017), alcuni dei miei più recenti lavori saranno in mostra allo spazio Assab One fondato da Elena Quarestani e, lasciatemelo dire, è un gran modo per tornare a Milano [La Città Policentrica].

Una o più architetture o monumenti del passato che ami?
Ci sono così tanti edifici interessanti a Milano che è difficile identificarne uno in particolare. Mi piacciono i lavori di Giovanni Muzio, in particolare il palazzo dell’Arengario e la Cà’ Brutta [La Città dei Monumenti]. Quest’ultima ha un’identità interessante e singolare, che conversa con gli edifici vicini. È straordinaria e allo stesso tempo rispettosa: il modo in cui i due edifici della Cà’ Brutta sono connessi, la strada privata che li separa donando loro luce e aria rendono questa composizione architettonica peculiare. Anche i lavori di Gio Ponti e Piero Portaluppi si possono annoverare tra i miei preferiti, in particolare l’edificio del Portaluppi con l’Arco centrale che si affaccia su Corso Venezia [La Città Minerale].
Ma questi sono solo alcuni dei molti esempi: trovo che questa città abbia una fenomenale varietà di architetture.

Un’attività che spesso fai quando vieni a Milano?
Mi piace fare passeggiate la mattina presto e andare a correre nel parco dei Giardini Pubblici Indro Montanelli [La Città Minerale]. Cerco anche di andare a nuotare appena riesco, ovunque mi trovi: una piscina a Milano che mi piace particolarmente è la Cozzi, sia per la vasca che per l’edificio.

Un negozio dove acquisti oggetti che trovi solo a Milano?
Mi piace acquistare libri: negli anni sono stato abbastanza fortunato da costruirmi una buona biblioteca, quindi quando viaggio mi fa sempre piacere andare a cercare qualche nuovo interessante volume. Le due librerie che visito sempre volentieri sono la Libreria Malavasi [La Città dei Monumenti]e la Libreria Antiquaria [La Città Minerale]. Invece, per fare un po’ di shopping alternativo, mi piace andare da Massimo Alba, dove compro le camicie e i pantaloni che mi vestono bene e di cui mi piacciono sia i colori che i materiali.

Un locale, un bar o un ristorante che apprezzi in città?
C’è un posto molto vicino a casa del mio amico che fa un’ottima cioccolata calda, caffè e pasticcini. Si tratta della Pasticceria Sissi in Piazza Risorgimento [La Città Minerale]: mi piace quel posto. Mi piace anche andare al Ristorante a Milano, è sempre un’esperienza culinaria in un’atmosfera particolare. Al Girarrosto in Corso Venezia e il Latteria in Via San Marco sono due ristoranti a conduzione familiare che mi piacciono molto.Entrambi hanno menu brevi e semplici, ma la cucina e gli ingredienti sono di ottima qualità: sono affezionato a entrambi.

Una o più tra le architetture recenti che hanno trasformato il volto della città?
Mi piace molto l’Archivio “Casa della Memoria” di Baukuh nella zona di Porta Nuova [La città che cresce]. Mostra una profonda riflessione su come un edificio possa comunicare con l’esistente tessuto urbano esistente pur mantenendo la sua assertività. C’è un incredibile senso di dramma nella sua scala quasi da padiglione che esprime in modo preciso il ruolo chiave della materia: la memoria.

Cosa manca oggi a Milano?
Aggiungerei spazi pubblici e aree verdi. La domanda però è: come si potrebbero integrare nel panorama di Milano?

Si tratta di quelle cose che sono lì – è un’idea del suolo, il livello zero su cui si cammina. A Milano, quando si cammina tra gli edifici se ne possono vedere i giardini interni, e quando si è in un giardino si possono vedere altri giardini. C’è un’incredibile porosità, e per me questo è un aspetto speciale di questa città. Il nuovo progetto in costruzione nell’area del Portello, vicino al complesso di Fieramilanocity [La Città Policentrica], tiene in considerazione questa idea di terreno e paesaggio in una città orientata in gran parte verso il pubblico, in una città pedonale. Questa conversione dell’ex Alfa Romeo è un laboratorio di lavoro per l’architettura di qualità ed è impressionante in particolare il progetto per la nuova zona verde di Jencks e Kipar.