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La Milano di Jasper Morrison

Credo che il mio primo soggiorno milanese risalga al 1979, quando sono stato per la prima volta al Salone del Mobile. Già allora ero decisamente convinto che Milano sarebbe stato il centro della mia professione futura.

La Milano di Jasper Morrison

Quando e come è cominciato il tuo rapporto con Milano?
Credo che il mio primo soggiorno milanese risalga al 1979, quando sono stato per la prima volta al Salone del Mobile. Già allora ero decisamente convinto che Milano sarebbe stato il centro della mia professione futura. Alloggiavo all’Hotel Nuovo in piazza Beccaria. All’epoca era una via di mezzo tra la pensione e il bordello. Nel corridoio del primo piano c’era un telefono che utilizzavo per combinare gli appuntamenti dopo essermi fatto strada tra le signore sedute in giro sulle vecchie poltrone. La cosa più strana era che, al piano di sotto, c’era spesso un poliziotto che beveva un drink con il concierge. In quegli anni mettevo spesso una sedia e un tavolino sul balcone e mangiavo una pizza e una birra perché non avevo abbastanza soldi per andare al ristorante.

Una o più architetture o monumenti del passato che ami?
Mi è sempre piaciuta la vista insolitamente simmetrica che si ha su Piazza Duomo dalla bocca della Galleria Vittorio Emanuele II. [La Milano dei Monumenti] Ero abituato a incontrare James Irvine al Bar Camparino che si trova all’ingresso della galleria e, prima che vi posizionassero un chiosco proprio di fronte, si poteva godere di una vista spettacolare della piazza.

Un’attività che spesso fai quando vieni a Milano?
Mi piace molto il percorso in città che faccio in bicicletta, attraverso il Parco Sempione passando alle spalle della Triennale. Durante il Salone del Mobile rappresenta un momento di calma prima della tempesta.

Un negozio dove acquisti oggetti che trovi solo a Milano?
C’era un negozio nel centro di Via Montenapoleone, G. Lorenzi, era una coltelleria originariamente aperta in Corso Magenta nel 1919 dai fratelli Giovanni e Olimpo Lorenzi che vendeva prodotti fatti a mano da loro.  Giovanni aprì il negozio nel 1929 all’angolo tra Via Montenapoleone e Via Verri che però ha chiuso nel 2014.

Oggi gli eredi di questa tradizione artigianale soddisfano ancora le richieste di persone che cercano qualcosa di speciale e unico, nel loro negozio originale in Corso Magenta e nel più recente negozio in Corso di Porta Romana inaugurato nel 2015. Altrimenti, compro spesso le lenzuola in un negozio dietro il Duomo.
Tra i miei prodotti preferiti ci sono anche le crostatine di crema pasticcera e frutta che si possono trovare in tutte le migliori pasticcerie!

Un locale, un bar o un ristorante che apprezzi in città?
Cerco sempre di fare colazione alla Pasticceria Marchesi in Corso Magenta o di bere un caffè alla Pasticceria Cucchi in Corso Genova [Passeggiata per Flanurs]. Poi, c’è sempre il Bar Basso [La città minerale]. Ho iniziato a frequentarlo negli anni ’80 con James Irvine che viveva proprio in fondo alla via. James, che era un tipo socievole e un cliente abituale, divenne amico di Maurizio, il figlio del proprietario e il Bar per lui fu spesso luogo di incontri con molti suoi amici. Essendo proprio alla fine di Viale Umbria, la via che da Casa di James ci portava in Brianza, ci fermavamo spesso lì a bere un caffè al mattino quando dovevamo andare in Brianza. Ricordo che una mattina un uomo distinto, con una bella borsa di pelle entrò deciso nel bar, appoggiò la borsa e ordinò un Martini dry… Erano le otto del mattino e, James e io, stavamo facendo colazione con cappuccino e brioche. Lui, bevuto il suo Martini, andò via. Questa era un’abitudine abbastanza strana dei Milanesi ma noi non la prendemmo. Una volta, durante il Salone, decidemmo di organizzare lì un cocktail party e abbiamo dato ad alcuni amici dei free drink. Visto il successo della prima volta si replicò l’anno successivo, ma la voce girò e arrivarono centinaia di persone. Fu così che il Bar Basso entrò a far parte del panorama del Salone del Mobile… tutto grazie a James!

Una o più tra le architetture recenti che hanno trasformato il volto della città?
L’edificio della Feltrinelli creato da Herzog & de Meuron credo abbia un buon effetto sul circondario [La città che cresce].

Cosa manca oggi a Milano?
Forse un giardino botanico di fama mondiale al Parco Sempione: potrebbe essere una buona aggiunta alla città.