interviste

La Milano di Mimmo Jodice

Ha inizio con la mostra “Nudi dentro Cartelle Ermetiche” con testo di Cesare Zavattini, presso la Galleria Diaframma di Lanfranco Colombo nell’ottobre 1970...

La Milano di Mimmo Jodice

Il suo rapporto con la città di Milano: quando e come è cominciato? È legato a un luogo in particolare?
Ha inizio con la mostra “Nudi dentro Cartelle Ermetiche” con testo di Cesare Zavattini, presso la Galleria Diaframma di Lanfranco Colombo nell’Ottobre 1970. In quegli anni i fotografi di ricerca erano dei pionieri avulsi dal sistema dell’arte e della cultura in Italia. Milano, come capitava spesso in quegli anni, si dimostrò all’avanguardia nell’accogliere artisti e linguaggi innovativi con curiosità e intelligenza. La galleria distava poco da quel campo gravitazionale che era il Bar Jamaica [La Città dei Monumenti] e che per me fu una rivelazione per energie dissonanti e intelligenti. Milano era una scoperta.

Ci può dire una o più architetture storiche, o monumenti del passato che ama in maniera particolare? E per quale motivo?
Ho lavorato spesso a Milano, scegliendo percorsi che mi emozionavano come la Basilica di San Lorenzo [La Città dei Monumenti] con il magnifico colonnato attiguo, i Navigli [Passeggiata per Flaneurs] con i mercatini all’aperto. Ancora adesso mi piace arrivare a Piazza Duomo rivisitando lungo il percorso La Loggia degli Osii, Palazzo della Ragione, Castello Sforzesco per ammirare la straordinaria Pietà Rondanini.

Ci racconta un’attività che spesso fa quando viene a Milano? Intendo un luogo dove torna, un tragitto che le capita di percorrere spesso e con il quale ha familiarizzato o uno spazio dove spende il proprio tempo in città.
Sono tanti i luoghi dove torno spesso, un po’ per lavoro e un po’ per piacere come la Pinacoteca di Brera [La Città dei Monumenti], la Rotonda della Besana [La Città Minerale]. Poiché uso ancora il sistema analogico sia in ripresa che per la stampa, sono spesso alla ricerca di negozi dove posso trovare materiale per stampare come sviluppo, carta baritata ecc.

C’è un negozio dove acquista oggetti speciali, che trova soltanto a Milano? Qual è?
Milano è una piccola New York della quale si è sempre detto che se un oggetto non è qui reperibile, probabilmente non esiste. Angela e io amiamo passeggiare e curiosare tra negozi e mercati ma non abbiamo dei punti di riferimento assoluti.

Esiste un locale, un bar o un ristorante che apprezza particolarmente in città? Se non è legato a una contingenza spaziale, o a una moda, vi è affezionato per la sua storia?
Una volta era proprio il Bar Jamaica. Oggi veniamo spesso a Milano ma siamo perlopiù “guidati” da amici e quindi i luoghi o i locali sono perlopiù scoperte estemporanee.

Ci può, infine, elencare una o più tra le architetture recenti che hanno trasformato radicalmente negli ultimi anno il volto della città? Quali sono, secondo lei, gli aspetti più positivi di questa trasformazione?
Mi piace il Bosco Verticale di Stefano Boeri [La città che cresce], mi piace l’idea ardita e visionaria per una diversa idea di città. Amo il recupero e la trasformazione dell’Hangar Bicocca [La Città Policentrica], amo la programmazione artistica del luogo e il rapporto spaziale tra le torri di Anselm Kiefer e l’Hangar stesso. Ho visitato con curiosità la Fondazione Prada [La Città Policentrica], mi affascina la complessità dell’intervento, il riuso del tessuto industriale, il rapporto con l’arte contemporanea e la fruibilità dello spazio. Dal punto di vista architettonico posso solo dire che passeggiando per la Fondazione sono rimasto colpito da una finestra lasciata cieca, leggibile ma cementata, ho pensato di fotografarla, d’integrarla nella mia ricerca sui luoghi metafisici. Immaginare quel muro di cemento con al centro una finestra di cemento in una fotografia in bianco e nero mi sembrava una utopia realizzata.

Dal suo punto di vista, cosa manca oggi a Milano? Se potesse trasferire in città un elemento preso da un altro luogo, cosa sposterebbe?
Vivo a Napoli, città difficile e nello stesso tempo di grande bellezza, cultura e profondo, naturale calore umano. Non saprei cosa trasferire e come.